San Benedetto in Perillis
Benvenuti nella pagina dedicata a San Benedetto in Perillis, un antico borgo medievale nel cuore dell'Abruzzo noto come 'Borgo del Respiro'. Scoprite la storia e le bellezze di questo affascinante paese.
San Benedetto in Perillis è un piccolo comune situato nel cuore dell'Abruzzo, in provincia di L'Aquila. Situato a circa 950 m.s.l.m. in un'area montuosa caratterizzata da paesaggi naturali e un clima tipico delle zone appenniniche. Sorge nelle vicinanze del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. e questo gli conferisce una posizione panoramica e una certa distanza dalle aree più urbanizzate, facendo di esso una destinazione per gli amanti della natura e del turismo rurale. Il paese ha radici storiche molto antiche, ma la sua evoluzione risale al Medioevo. Durante il periodo medievale, San Benedetto in Perillis fu legato a diverse influenze religiose e feudali. L'origine del nome si ricollega alla presenza di un antica Abbazia benedettina legata ad un antico monastero. Nel corso dei secoli, questo borgo ha vissuto diverse trasformazioni legate a guerre, invasioni e periodi di prosperità. È stato fortemente influenzato dalle dinamiche politiche e religiose che hanno segnato la storia dell'Abruzzo. Il patrimonio artistico e culturale di San Benedetto in Perillis include chiese ed edifici storici che testimoniano la lunga tradizione religiosa del paese.
San Benedetto in Perillis è noto per la sua aria salubre caratterizzata dall'incrocio di correnti marine e montuose, per la sua tranquillità e per l'ospitalità dei suoi abitanti. Il paesaggio montano e la vicinanza ai parchi naturali lo rendono un luogo ideale per escursioni, passeggiate nella natura e attività all'aria aperta. In sintesi, San Benedetto in Perillis è un comune che conserva la sua identità storica e culturale, pur affrontando le sfide legate alla modernità e allo spopolamento. Il suo fascino è legato principalmente alla bellezza del paesaggio e al patrimonio storico che lo caratterizza.



Le Grotte
San Benedetto in Perillis ha la particolarità di essere costruito sulle grotte, circa settanta: la volumetria scavata nel calcare è grosso modo la metà di quella costruita in superficie. Fino a circa quaranta anni fa le grotte erano ancora utilizzate come parti funzionali importanti per la vita del paese. Nei mesi freddi ci si riuniva tutti, organizzati in spazi collettivi dalle precise funzioni sociali: all'ingresso si ponevano gli uomini per vigilare; verso l'interno c'erano le mucche che riscaldavano con il fiato l'ambiente, quindi le donne che tessevano e, di fronte, i bambini; una sezione era riservata ai fidanzati che socializzavano sotto stretto controllo della comunità. Poi c'erano gli spazi per il lavoro dove si fabbricavano telai, torchi, ceste, aratri, le serrature in legno; dove si pigiava l'uva o si spremevano le olive, dove le donne filavano e producevano i tessuti per il fabbisogno famigliare; poi c'erano le anse separate dove si allevavano maiali, pecore, galline, mucche. Chi aveva avuto una istruzione leggeva le lettere di chi era andato in guerra o degli emigrati e così si conosceva come era fatta l'America. Tra tutte la più nota è la grotta di Supone, chiamata anche “il Parlamento”, in quanto sede di riunioni per discussioni e decisioni importanti. Era uno dei centri vitali della comunità dove non solo si parlava dei problemi dei campi o dei pascoli, ma anche dove ci si riuniva per passare momenti di unione, per chiacchierare, per ballare. Oggi le grotte di San Benedetto in Perillis vengono ancora utilizzate per attività collettive come concerti, mostre e altre manifestazioni culturali mantenendo, così, un ponte con un passato non tanto remoto.




Borgo del respiro
A San Benedetto in Perillis,si può respirare a pieni polmoni, perchè è uno dei pochissimi Comuni che si fregia del privilegio di essere annoverato nei Borghi del respiro. Non è una boutade ma una certificazione che si ottiene per far parte di una rete di Comuni virtuosi sostenitori della salute respiratoria, della protezione della natura e della qualità dell’aria, di un turismo sostenibile. Tutto parte “dal Piano Europeo per un’aria più pulita, recepito in Italia dal D. Lgs 155/2010, il quale individua le zonizzazioni di monitoraggio di qualità dell’aria“. La rilevazione avviene, a oggi, sul posizionamento delle stazioni della rete nazionale, ma un prossimo passaggio potrebbero essere proprio l’installazione di centraline di monitoraggio.



Il Borgo del libro
Borgo del Libro: Circa un anno e mezzo fa, da un'idea di Fiorella e Laura, a San Benedetto in Perillis si è formato un piccolo Club del Libro che ancora oggi gode di ottima salute, nonostante le fasi alterne che ovunque caratterizzano simili esperienze. Hanno deciso di farlo crescere, aprendo la partecipazione agli incontri a tutti quello che gravitano attorno al Festival "Libri nell'Entroterra" e, in generale, all'avventura di San Benedetto in Perillis - Borgo del Libro.
Anche se la cosa più importante da dire è citare il luogo dove si è svolto il nostro ritrovarsi: l'Alimentari D'Abrizio, con i suoi settant'anni di storia. Un tempo, in questo luogo ci si ritrovava per giocare a carte, bere qualcosa, fare una telefonata dalla cabina a gettoni, giocare a flipper e a Space Invaders. Oggi le cose sono cambiate, come altrove, e questi gesti non accadono più. Assume quindi ancora più importanza sederci lì e parlare, riportare vita. E chissà che l'Alimentari D'Abrizio non diventi il primo alimentari letterario d'Italia.
(fonte: Facebook)



Il Museo Civico
Il Museo civico di San Benedetto in Perillis, istituito nel 1993 per volontà del Prof. Giancaterino Gualtieri, storico e ricercatore, collezionista che ha donato al comune la sua raccolta etnografica. Come sede principale del Museo è stato scelto un ex frantoio settecentesco, restaurato in occasione dell’apertura al pubblico.
Il museo è suddiviso in due sezioni: l’archeologica e l’antropologica. Al primo piano è ospitata la sezione archeologica, che conserva reperti del Paleolitico e del Neolitico come pietre bifacciali, raschiatoi, archi in legno, falcetti per mietere il grano e trapani a pompa. La sezione antropologica è suddivisa in cinque ambienti:
Il primo è dedicato alla tessitura, attività praticata dalle donne di San Benedetto in Perillis all’interno delle grotte nel sottosuolo del paese; qui sono esposti un arcolaio, un filatoio, aspi per l’avvolgimento delle matasse, abiti tradizionali e corredi nuziali. La seconda sala presenta la casa tipica, con la cucina e la camera da letto. Nella terza sono esposti gli attrezzi agricoli, tra cui un aratro in ferro, ceste, setacci e stoviglie utilizzate dai contadini. Nella quarta sezione sono conservate le particolarissime serrature da esterno in legno di quercia, a paletto e con scorrimento verticale. Realizzate dalle famiglie del borgo, si distinguevano per il numero di cilindri e per la configurazione interna, mentre esternamente erano tutte uguali e prevedevano l’utilizzo di chiavi in legno, inserite lateralmente e solitamente conservate dietro la porta d’ingresso. L’ultima sezione, riguardante la molitura delle olive, comprende un frantoio a leva, un torchio e bardature per equini - Il museo offre un servizio di visite guidate a richiesta.


La serratura tipica
La serratura tipica di S.Benedetto in Perillis costituisce un unicum di eccezionale importanza la cui salvaguardia dovrebbe essere oggetto di particolare attenzione da parte della Sovrintendenza per i Beni Artistici e storici per l'Abruzzo, per impedire la sistematica distruzione che delle stesse si sta facendo per ignoranza o desiderio di modernità. Questa serratura da esterno in legno, a paletto orizzontale, con scorrimento verticale dei fermi, identica alle serrature egiziane del III millennio a.C., rappresenta una persistenza arcaica la cui spiegazione sfugge e per cui si possono tentare solo delle ipotesi. Ancora piu stupefacente è la persistenza solamente a S.Benedetto e non nei paesi vicini o in altre zone dell'Abruzzo o dell'Italia. Nel museo della Civiltà Contadina in S.Benedetto sono raccolte man mano che verranno sostituite, se non si interviene rapidamente ad impedire ulteriori scempi. Il funzionamento della serratura, le sue caratteristiche e l'ipotesi sulla presenza e la persistenza di questo "fossile archeologico vivente". La serratura nel dialetto locale è chiamata "gliu piàschie" e questo tipo ha avuto diffusione in tutto il bacino Mediterraneo. In Italia si ritrova utilizzata fino ai primi anni del 1800, soprattutto in Puglia e nelle regioni meridionali, dove viene di preferenza realizzata in legno di ulivo. Se ne conoscono esemplari nei principali musei della civiltà contadina e in collezioni private. Non se ne conosce utilizzo odierno in Italia al di fuori di San Benedetto in Perillis. Potrebbe essere ancora utilizzata in alcuni paesi del Nord Africa e sicuramente è ancora utilizzata in alcuni paesi dell'Africa sub-sahariana( Benin, Mali, Niger, etc.). E' una serratura costituita da un "catenaccio" bloccabile o scorrevole grazie fermi di legno (femménelle). Questo principio determinerà in futuro la "tecnica dei cilindri", cioè le serrature moderne (tipo serratura Yale); forse è una eredità culturale medioevale dei monaci benedettini del monastero di S.Benedetto, monastero assai potente all'epoca delle crociate. L'antichità dell'utilizzo di tale sistema si potrebbe dedurre dal fatto che i perni di legno con cui la serratura e il ponticello sono fissati alle due ante della porta, chiamati in dialetto "chiantri" ossia con il termine latino "clantrum" (chiodo). Tale persistenza cosi' protratta nel tempo e l'utilizzo massiccio di questa serratura ptrebbe spiegarsi con la facilità di costruzione che non richiede necessariamente l'opera di un artigiano. Chiunque può costruirsene una, diversa dalle altre variando il numero di cilindri e la distanza fra gli stessi. A questo punto un'ipotesi probabile è che la serratura rappresenti piu un ostacolo simbolico che un ostacolo reale, ad ogni forma di effrazione, per cui è da ipotizzare qualche specie di proibizione sacrale o rituale (tabu') associata a questa fragile serratura. Fra la tribu' dei Dogon nel Benin inAfrica, con questa serratura sacrea vengono chiuse le capanne delle donne quando se ne accerta la gravidanza, data la notevole somiglianza fra il ventre gravido e la rotondità delle serrature e l'evidente simbologia sessuale. Anche le serrature piu' antiche di S.Benedetto in Perillis sono a profilo frontale convesso. Oggi si costruiscono piu' squadrate solo per comodità. (fonte:https://scoprisanbenedetto.blogspot.com)



Le Feste patronali
Il Santo Patrono di San Benedetto in Perillis è naturalmente San Benedetto. Tre sono i giorni di Festa nel mese di giugno che ruotano attorno al giorno 6, giorno dedicato alla Madonna di Casaluce, giorno che per motivi di antica superstizione non può essere spostato. Oltre a S. Benedetto e alla Madonna di Casaluce si festeggia S. Antonio.



A San Benedetto in Perillis, trovi ad accoglierti anche:

Caffè di Centro

Alimentari D'Abrizio

B&B Charme in Perillis
Ricordi di un tempo






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